I diversi contributi del volume rappresentano un’originale riflessione sulla diffusione delle pratiche e delle tecniche della digital history vista da tre particolari angoli di osservazione: la didattica, la ricerca, il patrimonio culturale. Nel primo caso si riportano ricerche ed esperienze di digital e public history promosse in vari ambiti educativi (scuole, università, associazioni, musei), nel tentativo di presentare e diffondere nuovi approcci didattici e formativi. Nella seconda sessione, si scandagliano soprattutto alcune questioni di ordine teorico e pratico che riguardano il dialogo tra gli storici e le ICT: l’uso delle fonti e degli strumenti digitali; il rapporto con gli archivi digitali e la creazione di database; le problematiche dei più diffusi strumenti digitali (GIS, AI generativa; NFT). Le tecnologie digitali, infine, come dimostrano alcuni saggi del volume, rappresentano uno straordinario strumento per valorizzare, tutelare e divulgare il patrimonio culturale, tanto materiale che immateriale.